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Descrizione
Il comune di San Sebastiano da Po si trova là dove la collina torinese incontra le prime propaggini del Monferrato. E’ situato su di una altura, da cui si domina la piana vercellese, a 313 metri di altitudine; dista da Torino una trentina di chilometri, si sviluppa su di una superficie di 1600 ettari ed ha una popolazione di quasi 2000 abitanti.
È formato da cinque principali frazioni:Colombaro, Caserma, Moriondo, Villa e Saronsella. A queste si aggiungono numerosi altri nuclei di diversa fisionomia e composizione abitativa, a seconda della loro localizzazione. A carattere rurale i borghi collinari; più indirizzati verso le attività industriali e commerciali quelli in pianura, maggiormente serviti dai collegamenti stradali e ferroviari.
La località è abitata fin dall'alto Medioevo.I primi documenti la pongono sotto la signoria dei Radicati, famiglia probabilmente originaria della zona un tempo sede del priorato di San Michele di Radicata ed ancor oggi nota come Bric 'dla Rià. All'inizio dell'età moderna il territorio del comune fu teatro delle aspre guerre per la supremazia sul Piemonte, prima fra i Savoia e i marchesi di Monferrato, poi con il coinvolgimento di Francesi e Spagnoli.
Dalla fine del XVII secolo comincia lo sviluppo edilizio ed artistico che ancora ne segna la fisionomia. Segnaliamo il Castello, la parrocchiale dei Santi Martiri Sebastiano e Cassiano, su progetto del Vittone, la settecentesca villa-palazzo dei Corsero Marmorito di Vonzo, in frazione Colombaro, e la chiesa di San Giorgio Martire in Moriondo. In frazione Navigliano, la chiesa di San Pietro conserva ancora l'abside di epoca romanica.
Fino agli anni ’60 la popolazione era impegnata nel settore agricolo .poi, come in tutto il resto della regione,ha avuto il sopravvento l’industria .Per questo motivo il nostro comune ha visto l’emigrazione di molti suoi abitanti verso le fabbriche della grande città con l’abbandono di gran parte della campagna, riducendo l’agricoltura a un settore marginale.
Ora operano sul territorio piccole e medie imprese agricole che si dedicano soprattutto a colture intensive di grano e granoturco nella parte pianeggiante mentre c’è stata una marginalizzazione dell’agricoltura collinare non votata a colture di alto pregio (vigneti,frutticoltura eccetera).
Proprio per questo motivo sono andate perdute coltivazioni di frutti autoctone come quella del POM MATAN.
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